venerdì 27 gennaio 2012

Un disastro annunciato?

La vicenda della Costa Concordia, nella sua drammaticità, rappresenta un esempio perfetto dell'abitudine nazionale di "chiudere la stalla quando i buoi sono scappati". Dopo due settimane di polemiche e sentenze giornalistiche, mi sembra il caso di osservare sommessamente che la responsabilità del capitano, pur vergognosamente colpevole di leggerezza e vigliaccheria, non è l'unica, né, a me sembra, preponderante.
I declamati eroi delle capitanerie dov'erano mentre una nave da 100000 tonnellate con oltre 4000 persone a bordo si dirigeva alla velocità di crociera contro la costa? Dov'erano gli ufficiali sottoposti di Schettino, che non hanno avuto il coraggio e la freddezza di sollevarlo dal comando, prassi necessaria di fronte ad un comportamento pericoloso per la nave ed i passeggeri, neppure dopo che l'impatto è avvenuto, ma gli hanno consentito di aggravare la situazione, non diffondendo precocemente l'allarme?
Dov'era la compagnia armatrice, a cui hanno sempre fatto comodo le estemporanee manovre azzardate delle sue navi, perché portano pubblicità e clienti?
Penso che il capitano non fosse del tutto nel possesso delle sue facoltà mentali, ma dubito che gli altri citati possano chiamarsi fuori.
Sarebbe una conferma della vigliaccheria, che da qualche opinionista straniero viene citata come tipicamente Italiana, lasciare che lui paghi per tutti, senza un esame di coscienza collettivo delle altre responsabilità. Santi non lo siamo ormai da parecchio, navigatori ed eroi rischiamo di smettere di esserlo, se non dimostriamo di saperci prendere le nostre responsabilità e soprattutto se non ci diamo regole semplici e serie da rispettare senza deroghe.

giovedì 12 gennaio 2012

(Ri)scoprire la propria essenza di umanità

Mi pare evidente, al di là di una prova scientifica certa, che l'uomo è potuto sopravvivere, in un ambiente ostile e con dotazioni fisiche mediocri, anche e soprattutto grazie alla collaborazione tra individui, che ha consentito la formazione di legami sociali stabili, tra cui la famiglia, oltre alla nascita di un codice morale di comportamento nei confronti del prossimo, codificato successivamente anche da molte istituzioni religiose e civili.
Ai nostri giorni, siamo forse giunti ad una fase di sviluppo (inviluppo) in cui la necessità di collaborare viene avverita sempre meno e l'idea di pensare solo al proprio individuale benessere può risultare alettante per molti. Alcuni risultati disastrosi di questo modo di pensare ed agire sono già evidenti, nel numero sempre maggiore di matrimoni che si spezzano, nell'indifferenza verso la res publica, nel cinismo con cui gli operatori economici cercano il massimo profitto, indifferenti alla sorte di tanta gente.
Senza scomodare principi religiosi e verità rivelate, questo trend deve necessariamente essere invertito se vogliamo conservare la possibilità di continuazione della specie. E' del tutto evidente che l'egoismo individuale sta portando l'umanità all'utilizzo abnorme delle risorse di un sistema sostanzialmente finito, con la concreta possibilità di esaurirle in tempi rapidi e di impiegarle comunque in maniera sbilanciata a favore di pochi, con ovvi conflitti per far parte di quella minoranza privilegiata.
Ecco perché dunque solidarietà ed impegno civile devono evolvere da optional per individui sensibili e lungimiranti a necessità impellente di tutti. Una rivoluzione che non parte da ideologie, ma da una semplice constatazione di buon senso, che dovrebbe cancellarle definitivamente. Questo, se il buon senso prevarrà...

martedì 3 gennaio 2012

IRENE

Irene è arrivata: un'emozione dimenticata da molti anni, ma rinnovata con gioia per questa bellissima nipote, che ravviva la speranza nel futuro che negli ultimi tempi era andata scemando. Benvenuta!! Possa la vita e l'amore dei tuoi genitori e dei tuoi nonni aiutarti a contribuire a migliorare la qualità di vita dell'umanità, privilegiando il sentimento al possesso, l'amore al potere.