domenica 18 marzo 2012

Una speranza per Irene

Mi sono goduto la piccola Irene per una settimana e, se necessario, sono ancora più convinto che serva l'impegno di ognuno, se vogliamo che lei abbia la possibilità di vivere in un mondo migliore dell'attuale. Un impegno non generico o di facciata, ma concreto, nei piccoli e grandi gesti quotidiani, nella scelta di cosa consumare, come vivere, cosa scegliere di salvare dal rumore di fondo di un'informazione sempre meno seria.
Saranno le scelte di oggi a determinare le opportunità e la qualità della vita che Irene avrà fra cinquantanni.
Il BAU (business as usual) non può essere l'unica via praticabile da una civiltà occidentale che ha perso per strada la propria fibra morale, prima ancora della capacità di darsi un modello di sviluppo che garantisca il benessere dei suoi cittadini. BAU significa per l'occidente lasciarsi marginalizzare in un contesto globale di forte dinamismo da parte dei paesi emergenti, che ci vedono purtroppo come un esempio da emulare, mentre sappiamo per certo che il loro sviluppo con le nostre stesse aberranti modalità porterà inevitabilmente il pianeta ad una situazione incompatibile con la vita come la conosciamo. Per impedire che questo avvenga, tocca a noi trovare una via alternativa, non punitiva e non devolutiva, più attraente da seguire rispetto al modello attuale. Il tempo stringe...

lunedì 5 marzo 2012

Mio padre cavalcava un cammello. Io guido un'auto....


Mio padre cavalcava un cammello. Io guido un'auto. Mio figlio pilota un aereo a reazione. Suo figlio cavalcherà un cammello. (detto Saudita)

Chissà che la saggezza popolare arrivi anche ai potenti della zona e ne traggano le dovute conseguenze. Nelle loro mani, oltre al dono di abbondanti riserve petrolifere, vi è l'opportunità ed i mezzi economici per preparare il domani, allontanando la prospettiva del ritorno ai cammelli. Auguriamoci che questa opportunità non venga sprecata, per il bene di tutti.

La società malata

La tragedia che si è consumata in pochi minuti ieri mattina a Brescia è una delle tante conseguenze che accompagnano una società in disgregazione, i cui modelli di riferimento sono spariti o non più in grado di influenzare il comportamento dei suoi membri. Di fronte a questi episodi, si può assumere l'atteggiamento cinico di affermare che fatti simili sono sempre accaduti e che solo la capillare diffusione dei media li fa sembrare più frequenti e gravi di prima. Oppure si può tentare di comprendere il quadro d'insieme del disagio diffuso nella nostra società, che si manifesta in numerosi episodi apparentemente diversi, che possono sembrare oggettivamente banali, ma rappresentano segnali allarmanti del livello di degrado, senza limitarsi a farlo solo per gli episodi più eclatanti. Mi capita spesso di pensare che la follia che innesca una strage non sia poi così diversa dalla  sterile indifferenza o dall'odio di tanti rapporti interpersonali, falliti a causa della mancata comprensione di un principio fondamentale di qualsiasi unione: la rinuncia inevitabile da parte di ciascun elemento di qualche specifica prerogativa, allo scopo di trarre maggiori vantaggi dalla messa in comune del resto. Ciò si verifica addirittura da miliardi di anni, a partire dai primi organismi unicellulari, che hanno trovato più conveniente per la loro sopravvivenza unirsi a formare colonie sempre più complesse. Le prime società umane sono state senza dubbio originate da un'uguale necessità di mettere in comune le risorse, per ottenerne vantaggi competitivi, a prezzo della rinuncia ad una parte della propria libertà individuale. Questa scelta opportunistica è poi stata codificata da religione e morale sociale, con istituzioni quali la famiglia, la tribù e le moderne nazioni. Non si deve tuttavia dimenticare, oltre il formalismo delle moderne istituzioni sociali, il senso e la necessità della collaborazione tra individui, perché non vi è rapporto dove una delle parti pretende solo di ricevere. Dunque hanno matrice comune, ad esempio, la disonestà contributiva, l'esasperata lotta per apparire, la sopraffazione in ambito familiare, quella in ambito lavorativo, la ricerca spasmodica del benessere individuale alle spese di quello collettivo. L'egoismo, che rimane purtroppo come sedimento alla base di tanti rapporti sociali dei nostri giorni, comporta inevitabilmente che si giunga in tempi rapidi al disaccordo ed all'aperta ostilità, a volte con le conseguenze eclatanti e tragiche sempre più spesso riportate dai media.
La soluzione si trova molto semplicemente in un ritorno al motivo di base che ha generato la formazione delle prime collaborazioni tra individui: la necessità di unirsi, per sopravvivere.

sabato 3 marzo 2012

Progresso/regresso: rischio ed opportunità

Propongo il link ad un interessante editoriale di Giuseppe Bedeschi, apparso sul Corriere della sera del 2 marzo, in cui viene brevemente descritta una posizione filosofica, forse minoritaria, ma non meno autorevole, circa la possibilità che il progresso possa continuare all'infinito, mentre la storia ha domostrato e dimostra che vi sono di frequente drammatici passaggi di imbarbarimento e di crisi.
La nostra epoca sembra di certo essere per la civiltà occidentale un passaggio di questo tipo, con la conclamata perdita di valori morali e di solidarietà intra/inter-specifica. Se ad essa seguirà la scomparsa del nostro modello di sviluppo, travolto da altri emergenti con propotenza in Asia, SudAmerica ed Africa, dipende esclusivamente da quanto in profondità sapremo modificare il concetto materialistico di sfruttamento dissennato delle risorse disponibili, senza riguardo per equità, necessità e sostenibilità.
http://www.corriere.it/cultura/12_marzo_02/bedeschi-tanti-saluti-progresso_af14f818-6470-11e1-9522-b1c79df94a33.shtml

giovedì 1 marzo 2012

Manifesto EnergoClub

Segnalo un link al manifesto ed all'adesione. Non servono commenti, solo l'azione di tutti come individui consapevoli che questa evoluzione è indispensabile e può avvenire senza rinunciare allo sviluppo, ma solo allo spreco.
Grazie

http://www.energoclub.org/page/il-manifesto-per-lenergia-sostenibile