sabato 27 aprile 2013

Un augurio al Paese

Anziché augurare buon lavoro all'esecutivo che spero inizierà a giorni, voglio augurare all'Italia un futuro di fiducia ristabilita, perché da essa dipende il benessere della nostra gente. La qualità della vita è per sua natura soggettiva ed è la percezione che ognuno di noi ha della propria che ne determina l'entità. Mi sembra dunque che sia ora, anche da parte delle numerose cassandre mediatiche nazionali, di evidenziare i nostri punti di forza, non solo e sempre i difetti e le brutture. Ciò non significa nascondere la verità, anzi proprio il contrario, significa porre il buono ed il cattivo nel corretto equilibrio.

martedì 16 aprile 2013

Homo homini lupus

Siamo tanto assuefatti alle stragi quotidiane nei tradizionali teatri di guerra dichiarata e di fatto, da dedicare loro solo una breve e superficiale attenzione. L'attentato di ieri a Boston, durante un evento sportivo così significativo, ha certamente attirato maggiore attenzione, ma soprattutto, per quanto mi riguarda, conferma che l'odio verso il simile non è stato eliminato da millenni di civiltà, anzi il benessere raggiunto da una parte consistente di umanità è causa diretta di odio da parte di chi non gode delle stesse condizioni di privilegio. C'è purtroppo da dubitare che lo si possa eliminare in futuro, se i mezzi per fronteggiarlo sono spesso gli stessi di chi lo diffonde. Sembra una strada senza uscita, fatta di una serie infinita di attacchi e risposte di violenza, in una spirale che potrebbe essere spezzata solo con il completo annientamento di uno dei contendenti.
Cominciare a considerare tutte le vite preziose allo stesso modo ed operare per una maggiore eguaglianza potrebbe essere il primo passo per interrompere questa spirale perversa, che non fa onore al genere umano. Lo diceva già 2000 anni fa Gesù, ma anche il suo messaggio non è bastato. Forse dove non è riuscita la fede, potrebbe riuscire la necessità di sopravvivere come specie, che possiamo garantire solo con la collaborazione. Non ci restano altre alternative né molto tempo per farlo.

sabato 6 aprile 2013

Quando la disperazione uccide

La tragedia che si è consumata a Civitanova Marche è purtroppo l'ennesima provocata dalla disperazione e dalla mancanza di prospettive e fiducia nel futuro. Persone che hanno lavorato duramente tutta la vita, che pensavano di aver finalmente raggiunto il meritato riposo, sono state buttate senza alcun riguardo in un limbo nel quale non è loro permesso di continuare a lavorare, pur essendone ancora capaci, né percepire come pensione i mezzi per il proprio sostentamento. Questo pasticcio nasce innanzi tutto dalla scarsa conoscenza del mondo del lavoro, o meglio dalla sua conoscenza limitata al mondo delle grandi imprese strutturate e dei sindacati, dimenticando tutti gli altri, piccoli artigiani, loro dipendenti, professionisti per necessità, precari del lavoro. A tutti questi, privi di qualsiasi tutela, viene in sostanza detto: arrangiatevi. Se hanno avuto la lungimiranza e la fortuna di mettere da parte un po' di risparmi, se ne stanno buoni e lesinano sul quotidiano, ma anche per loro il futuro sembra sempre più incerto. Quelli invece che non hanno avuto altrettanta fortuna o capacità hanno solo due alternative: togliersi di mezzo o ribellarsi. In entrambi i casi, la società se ne deve vergognare e coloro che ancora oggi continuano a brigare e cavillare a Roma sono i diretti responsabili di queste tragedie, anche se ipocritamente vanno ai funerali.

mercoledì 3 aprile 2013

Energie pulite sporcate dalla mafia

Le notizie di stampa, circa il coinvolgimento di prestanome della mafia nei lucrosi affari dei parchi eolici e fotovoltaici nel sud Italia, non mi stupiscono affatto. L'avevo immaginato anni fa, di fronte alla proliferazione, senza una vera motivazione tecnica, delle installazioni eoliche e valutando l'eccessiva redditività dei parchi fotovoltaici speculativi, il cui profitto, con i livelli di incentivo dei primi conti energia, è assai elevato, oltre che un'ottima occasione di investimento per i proventi illeciti. Stiamo di fatto in parte finanziando con le nostre bollette energetiche alcuni mafiosi, che si stanno riciclando in affari solo apparentemente leciti.
Si poteva immaginare? Certamente. Si poteva impedire? Certamente. Perché non è stato fatto? Bella domanda. Ritengo che i primi conti energia fossero nelle intenzioni un'ottima scelta per incentivare il passaggio rapido alle energie pulite, ma, come spesso accade nel nostro Paese, non si è voluto evitare che qualche furbo ne approfittasse, non solo i mafiosi conclamati e noti, ma anche molti stimati imprenditori, che ci hanno visto un'occasione di business e, disponendo di capitali adeguati, si sono garantiti una loro ottima remunerazione per vent'anni. A meno che non si decida che gli incentivi per impianti speculativi, oltre un limite  di potenza installata ritenuto congruo, siano eccessivi. Qualcuno potrebbe obiettare che comunque l'effetto positivo degli incentivi c'è stato ed ora il fotovoltaico può quasi camminare sulle proprie gambe, ma ciò non toglie che facciano tristezza tanti buoni campi coperti dai pannelli, mentre potrebbero essere coperti da serre in cui produrre energia e cibo. Un'altra occasione sprecata per miopia o connivenza.