sabato 27 luglio 2013

Bell'esempio di solidarietà...

La Corte Costituzionale ha di recente annullato alcuni significativi provvedimenti di emergenza, presi da governi precedenti, con la motivazione che sarebbero contrari al dettato costituzionale. Dal punto di vista formale, niente da eccepire, dal punto di vista sostanziale, qualche amara considerazione.
La prevista abolizione delle province minori, un compromesso faticosamente raggiunto tra interessi generali e locali, è stata giudicata incostituzionale, perché le province sono citate in Costituzione, quindi intoccabili senza una sua revisione, come se essa fosse, anziché una carta al servizio della Nazione, un dettato della divinità, che non può essere messo in dubbio.
La tassazione straordinaria delle pensioni oltre la soglia di 90000 €/anno, come contributo di solidarietà verso i moltissimi che hanno invece visto le loro misere pensioni perdere potere d'acquisto e persino l'adeguamento all'inflazione, è stata giudicata anch'essa incostituzionale, senza alcuna considerazione verso la giustizia intrinseca di pagare simili pensioni, mentre a centinaia di migliaia di lavoratori è stato detto dall'oggi al domani che avranno diritto al loro modesto assegno anche oltre 4 anni dopo la data prevista, questo motivato dalla necessità di far tornare i conti. E' certo più facile e redditizio far pagare a molti, anziché toccare i privilegi di pochi, ma in questo caso, la motivazione della sentenza sembra tanto assurda, da poter tranquillamente essere considerata una beffa che segue al danno.
Come si possa affermare che la carta costituzionale impone la proporzionalità tra reddito e contribuzione, e per ciò stesso un eventuale contributo di solidarietà non può riguardare che l'intera platea dei contribuenti, come se vi fosse stata e vi fosse giustizia nella distribuzione del reddito in questo Paese, è talmente ridicolo che non suscita neppure sdegno. La verità cruda e squallida è che anche gli emeriti componenti dell'Alta Corte fanno parte della nutrita schiera di coloro che hanno da decenni approfittato della loro posizione di privilegio per garantirsi una rendita a vita, a spese di tutti coloro che hanno lavorato e lavorano duramente per pagare stipendi e pensioni abnormi, secondo i canoni della decenza e dell'uso comune nei Paesi a noi assimilabili. Si tratta dunque dell'ennesima beffa ai danni del Paese, ammantata di ineccepibile correttezza formale.
Neppure uno dei privilegiati a cui l'INPS dovrà restituire il "maltolto" si è finora vergognato. Forse sarebbe il caso che i media stanassero e pubblicassero i nomi: chissà che la gogna mediatica riesca laddove a nulla è servito il buon senso e la creanza.

mercoledì 10 luglio 2013

Che tristezza...

Mentre l'associazione di cui faccio parte festeggia il 25° di attività, scopriamo che i dirigenti ANPAS Lombardia, cui aderisce anche la nostra Associazione, sarebbero dei ladri. Mi auguro che essi siano in grado di rispondere delle accuse, ma resta il danno di immagine verso tutti quanti, in silenzio e senza nulla chiedere, prestano quotidianamente il proprio tempo e professionalità, in aiuto ai più deboli, ai bisognosi, a quelli che si trovano in condizioni di emergenza. Stiamo attraversando, come Paese, una difficile fase di transizione, che sperabilmente porterà sempre più Italiani a (ri)scoprire alcuni valori fondamentali, sepolti dalla sfrenata corsa all'affermazione individuale. Il volontariato e la solidarietà sono due di questi valori, che decine di migliaia di persone di ogni ceto, professione ed orientamento politico hanno fatto propri e vivono quotidianamente. Non facciamo loro mancare il nostro sostegno, perché, come sempre, un albero che cade fa più rumore di un'intera foresta che cresce.