martedì 27 agosto 2013

Ideali (proclamati) e Tattiche (spicciole)

L'improvviso desiderio di Grillo di andare ad elezioni con l'attuale sistema elettorale, definito fino a ieri una porcata, trova una sua logica nella constatazione che molto difficilmente si potrebbe di nuovo concretizzare un'alleanza sia a destra che a sinistra in grado di scippare al suo movimento la palma di primo partito e nella conseguente convinzione di poter arraffare dunque il sostanzioso premio di maggioranza previsto dal meccanismo alla Camera. Sono calcoli tattici che da un lato danno ragione del fatto che Grillo ed i suoi strateghi non sono affatto diversi dai politici di professione, privilegiando un ipotetico vantaggio per la propria parte, anche a scapito di ciò che è utile per il Paese. Dall'altro, ritengo che l'ex-comico non abbia valutato a fondo l'effetto della sua caparbietà nel non voler partecipare alla politica attiva in Parlamento. Una parte consistente dei suoi eletti e dei suoi elettori potrebbe non sostenerlo la prossima volta, facendo naufragare nelle urne i suoi sogni di gloria. E' già successo a molti altri, più furbi e navigati di lui.

venerdì 9 agosto 2013

Tattiche da autolesionismo

Dopo alcuni giorni dalla sentenza di cassazione che ha convalidato la condanna di Berlusconi per frode fiscale, appaiono più chiare le posizioni dei partiti e delle correnti al loro interno, posizioni accomunate dal completo disinteresse per il bene della gente e del paese e dal tatticismo per guadagnare posizioni migliori in vista di una probabile nuovo ricorso alle urne.
Il PDL, dopo lo shock della condanna, vuole andare quanto prima alle elezioni, ma, per non essere tacciato di irresponsabilità, tirerà la corda fino al limite di rottura, nel tentativo di provocare la reazione inconsulta del PD o del governo, per una fine dell'attuale esperienza di Letta. Ogni argomento può essere funzionale al raggiungimento di questo obiettivo, purché non vi sia il tempo per varare una riforma del sistema elettorale e l'esito di nuove consultazioni sia quindi ancora una volta aperto a tutte le soluzioni, compresa una vittoria del centro-destra, con Berlusconi nel ruolo di martire, messo sulla graticola dai magistrati di sinistra e un PD allo sbando, lacerato da personaggi che di smisurato hanno solo l'ego, mentre latitano idee e soprattutto ideali. Lega e partiti di destra saranno pronti ad allearsi di nuovo con gli azzurri, dimenticando improvvisamente i motivi per i quali ora sono all'opposizione.
Grillo non vuole nuove elezioni, perché, con la politica cinica e miope da lui imposta e con la scadente performance dei suoi in parlamento perderebbe almeno la metà dei consensi. Il centro, allo stesso modo non vuole una nuova consultazione, in cui rischierebbe di sparire del tutto.
Napolitano, stanco e sfiduciato, potrebbe a sua volta gettare la spugna, aprendo di fatto una crisi istituzionale senza precedenti. 
Un quadro a tinte fosche, ma non troppo lontano dalla realtà.
Tutto questo, mentre l'apparato statale e le rendite di posizione continuano senza alcuna vergogna ad alimentare l'ingiustizia sociale ed i paradossi di un paese, in cui non vi è molto di normale, e che sopravvive solo grazie alla gente per bene, che, nonostante tutto, ancora crede nella giustizia, nell'equità e nel valore di aiutare gli altri.

venerdì 2 agosto 2013

E ora?

La conferma della legittimità della condanna di Berlusconi per frode fiscale apre uno scenario di ulteriore rischio per il Paese, che non ne avrebbe certo bisogno. Tutti si affannano a dire che bisogna tenere separate le vicende personali del leader PDL da quelle del partito e del governo che sostiene. Facile a dirsi, ma molti degli alleati PD non vorrebbero avere niente a che fare con coloro che considerano servi di Berlusconi e dei suoi interessi. Purtroppo, costoro non hanno mai capito che dietro l'inspiegabile (per loro) successo del Cavaliere non c'è stato solo il tornaconto personale. Milioni di persone hanno visto nel modello decisionista e propositivo di Berlusconi l'unica possibilità di far uscire l'Italia dalle paludi della burocrazia e del diritto negato, dalle pastoie che ad ogni passo il comune cittadino e l'imprenditore si trova a dover sciogliere, per sopravvivere. Gli si è imputato ed è stato condannato per un reato per il quale quasi l'intera classe imprenditoriale di questo Paese potrebbe e dovrebbe subire la stessa sorte. Ipocrisia dunque nel ritenere Berlusconi ed il suo gruppo il Male assoluto, ipocrisia nel ritenersi onesti da parte dei tanti imprenditori che hanno invece visto nel PD il treno da prendere per farsi gli affari loro. A giudicare dai risultati, la loro è stata una scelta più oculata, fatta con il cervello, ma non ci si venga a raccontare che è morto con Berlusconi condannato il malcostume e lo sfruttamento delle pieghe di una legislazione fatta apposta per i malfattori ed i loro legulei.
Il rischio più grande che ora corre il nostro Paese è che si ritenga compiuta la missione di moralizzazione della politica, lasciando che tutto resti come e peggio di prima.