sabato 27 dicembre 2014

Augurio per Irene

Oggi Irene compie 3 anni. L'augurio di un nonno, come di tutti quelli che hanno già vissuto una serie di esperienze non sempre positive, di solito è scontato: che le possano essere risparmiate quelle negative e lei possa vivere solo una vita di felicità.
Il mio augurio per Irene è invece quello di prendere il bello ed il brutto della vita e contribuire a lasciare un mondo migliore di quello in cui è appena entrata.
Come tutti i bambini, Irene ha la potenzialità di fare grandi cose così come grandi "disastri". Saranno le esperienze familiari e della vita che determineranno la direzione prevalente del suo agire. Per questo, spero che lei sappia sempre discernere e vedere oltre le apparenze di status e di successo, per compiere quello che la sua coscienza le suggerisce come giusto. Non ci riuscirà sempre, come tutti noi, ma questo è vivere: sbagliare, imparare dai propri errori e proseguire tenendone conto.
Buon compleanno, Irene

mercoledì 20 agosto 2014

Come "fermare" il male, senza diventarne vittime?

L'appello accorato di Papa Francesco, condivisibile dai miti di questa terra, fa sorridere i violenti e amareggia gli oppressi. Tuttavia il Papa indica nell'ONU il soggetto politico autorizzato all'uso della forza per fermare gli aggressori. Nei suoi quasi settant'anni di storia, le Nazioni Unite hanno prodotto una serie incredibile di situazioni insostenibili (Medio Oriente in primis) e spesso non hanno saputo decidere tempestivamente in occasione di crisi in rapido sviluppo. La mancanza di un braccio operativo ha poi costretto l'ONU ad affidare a singoli Paesi membri la realizzazione dei suoi mandati, non avendo così il controllo delle operazioni e dei loro effetti.
Si tratta di un'unione di facciata, che a molti sembra addirittura un inutile spreco di risorse. La volontà politica di una vera alleanza dei Paesi moderati, che praticano una legge sovranazionale comune e osservano gli stessi principi, è ben lungi dall'essere matura. Questo sottopone l'intera razza umana al rischio che frange di estremismo e di nazionalismo possano quasi impunemente aggredire e distruggere. Qualcuno ha pensato fosse meglio avere all'interno delle Nazioni Unite anche quei Paesi che opprimono i loro popoli, per compiere su di loro una necessaria "moral suasion", i cui effetti tuttavia non si sono visti. Se "Unite" ha un significato è proprio quello dell'unità di intenti, di uniformità della legge e del diritto, della garanzia delle libertà fondamentali, tra cui quella religiosa. Nell'attuale ONU, uno spesso velo di ipocrisia impedisce di chiamare le cose con il loro nome, per ragioni diplomatiche, mentre dietro le quinte l'interesse economico ed il potere delle armi continuano a dettare le azioni dei governi nazionali. Meglio sarebbe un'organismo meno farraginoso e più omogeneo, dove i Pesi aderenti siano in grado di sottoscrivere una carta dei popoli che attui concretamente la convivenza civile nelle differenze culturali e religiose.
Anche per togliere ad USA ed Europa lo sgradito compito di guardiani armati del mondo, con le implicazioni e le deviazioni che derivano dalla presunzione di essere sempre dalla parte dei "buoni".

sabato 26 luglio 2014

Se ancora non bastano i segnali, ci meritiamo il peggio

Il senso di impotenza della gente comune di fronte a tragedie che si succedono con sempre maggiore frequenza sta sfociando in rassegnazione e disperazione. Ogni giorno, disastri "naturali" o provocati dall'uomo distruggono vite umane e beni in misura ben maggiore di quel che viene costruito. Forse il genere umano è arrivato al capolinea, ma ancora pochi, troppo pochi, se ne sono resi conto ed hanno adottato uno stile di vita compatibile con le mutate condizioni socioeconomiche e dell'ecosistema, un comportamento che consente di sperare nel futuro dei nostri figli. La stragrande maggioranza si rassegna invece al declino, quando non si lascia prendere dalla disperazione. Gaza, Ucraina, Siria, Iraq, Afganistan, Nigeria, Mali sono altrettanti insulti all'intelligenza, altrettante dimostrazioni della stupidità di una razza che crede di dominare gli eventi, ma è solo capace di produrre tragedie e sconvolgimenti ai quali poi non sa porre rimedio. Sono dunque i pochi che hanno coscienza di quello che sta succedendo che devono farsi sentire, che devono uscire dalle proprie isole di vita sostenibile, per diffondere le proprie idee, in modo che esse assumano una massa critica sufficiente ad invertire la corsa verso l'annientamento.

mercoledì 28 maggio 2014

M5S+ LegaNord: alleati "contro", non "per"

Il risultato shock di M5S ha fatto tornare Grillo con i piedi per terra. Molti dei suoi lo temevano, almeno quelli che non hanno mai accettato di portare il cervello all'ammasso ed hanno avuto il coraggio di non credere nella strategia fallimentare di Grillo/Casaleggio. Ora che si fa? Molti simpatizzanti della prima ora si sono resi conto di aver dato al M5S un potere che è stato dissipato in gran parte dal rifiuto di utilizzarlo in modo ragionevole in Parlamento, per continuare nelle piazzate, che hanno avuto l'unico effetto di alienare quanti condividevano molti dei punti sollevati dal movimento.
Il fallimento è a mio avviso più conseguenza del demerito di Grillo, che del merito di Renzi, che pure non ha sbagliato un'uscita. Quando si proclama che in caso di vittoria si aprono le corti di giustizia del popolo, per processare politici, giornalisti ed imprenditori, è del tutto ovvio che molti, almeno quelli che conoscono la storia, si allontanano. Anche quelli che trovano insopportabilmente corrotti i politici, succubi al potere i giornalisti ed incapaci gli imprenditori. Perché quando i processi sommari iniziano, non si sa dove vanno a parare.
Ora assistiamo al primo tentativo di dialogo, per arginare l'emorragia di voti, compiuto in modo maldestro verso un potenziale avversario, la Lega Nord, che pesca nella stesso malcontento che ha alimentato il successo del M5S alle politiche del 2012. Un ennesimo errore tattico, che dimostra come fare politica sia un poco più complicato che mettere su uno spettacolo di satira in piazza.

mercoledì 21 maggio 2014

Più Europa, meno burocrati

Sembra facile dirlo, ma stiamo appunto mandando al Parlamento europeo i nostri rappresentanti: se vogliamo che la loro azione sia efficace, per prima cosa è necessario andare a votare, poi è necessario votare per un cambiamento radicale della politica europea, che ha preteso di mettere insieme le regole prima di mettere insieme i popoli. L'Europa non sarà mai una sola, fino a quando sarà matrigna per così tanti, spietata con i deboli e condiscendente con i forti (o presunti tali, leggi Francia).
L'Italia, con il solito complesso di autolesionismo che ci contraddistingue quando siamo all'estero, non ha saputo negli ultimi anni far valere il proprio peso e le proprie idee in una serie di occasioni, che si sono rivelate estremamente dannose per noi e per la politica mondiale. La crisi dei regimi arabi si è trasformata, per la miopia e l'ingordigia di alcuni Paese europei, da occasione di democrazia ad incubo di fondamentalismo islamico, con conseguenze drammatiche per le popolazioni coinvolte, ma gravi danni anche per l'Europa, in particolare quella meridionale. La crisi in Ucraina ha il dirompente potenziale di spingere la Russia ad abbandonare l'idea di una convivenza reciprocamente vantaggiosa con l'Europa, per rivolgersi ad Est, accentuando la marginalizzazione economica e politica del vecchio continente.
Il semestre italiano di presidenza dell'Unione può diventare una delle poche occasioni che abbiamo per tentare un'inversione di tendenza: per questo le votazioni europee sono importanti, non certo per le inesistenti implicazioni per il governo nazionale, che durerà per quanto saprà fare e finirà prematuramente solo se si farà impastoiare ancora una volta dallo status quo.  

lunedì 28 aprile 2014

La melassa ed il muro di gomma

Renzi sa bene che la spinta propulsiva del suo governo è inesorabilmente destinata a logorarsi contro la vischiosità del sistema, che cerca in ogni modo di auto.preservarsi, ed il muro di gomma dei privilegiati, che a parole si dicono pronti ad agire, ma nei fatti rimandano alle calende greche. Per questo deve fare in fretta, senza timore di urtare le suscettibilità dentro e fuori del suo partito. Gli attacchi di Grillo saranno tanto più scomposti e velenosi quanto più efficace ed incisiva sui veri problemi dell nostro Paese sarà l'azione di governo. Dal canto suo, Berlusconi sa bene che questa battaglia di semplificazione e riduzione dell'ingerenza dello Stato nella vita della gente è la sua battaglia, quella che gli ha procurato il seguito ed il sostegno di milioni di Italiani. La delusione rappresentata da vent'anni di promesse mancate può essere mitigata dal fatto che le riforme si stiano facendo, sul serio, anche con il sostegno dell'opposizione. Questa è l'unica speranza di un partito che non ha saputo crescere nelle idee e che da sempre aspetta il verbo (ed i soldi) del suo carismatico padre-padrone. Le elezioni europee non saranno a mio avviso rappresentative del sentire politico nazionale, né dovrebbero essere prese ad indicazione di quel che potrebbe succedere in caso di ricorso anticipato alle urne in autunno per le elezioni politiche, che sia completata o meno la modifica della costituzionale e della legge elettorale.

giovedì 27 febbraio 2014

M5S che peccato

La disgregazione di un movimento che tante speranze ha incarnato, per responsabilità primaria dei suoi promotori, è uno spettacolo triste, l'inutile spreco di un'occasione forse irripetibile per realizzare un cambio deciso di direzione in Italia. Non si capisce come Grillo e Casaleggio pensassero di utilizzare i voti di 9 milioni di Italiani in Parlamento, senza consentire ai loro rappresentanti una dialettica con le altre forze, che non scompaiono, solo perché loro due non si degnano di parlarci. Ora è in corso una caccia alle streghe che richiama il peggior maccartismo e che avrà l'effetto di epurare i migliori, quelli che sanno pensare con la propria testa ed allontanare ulteriormente la possibilità reale di cambiamento. Perché?

martedì 25 febbraio 2014

Che sia la volta buona?

Renzi sarà anche presuntuoso, ma sarebbe ora che al formalismo ingessato del passato anche recente, venga sostituita un po' di sana follia alla Steve Jobs... Per il bene dell'Italia spero che in comune tra i due, oltre le parole e le visioni, ci sia anche il genio.

lunedì 17 febbraio 2014

Spero di sbagliarmi

Non mi è piaciuta la mossa di Renzi, che ha bruciato un asset del suo partito, si è di certo alienato una parte significativa della gente che lo vota, avrà difficoltà a convincere persone preparate ed incisive a far parte di un governo che, nella percezione di gente comune e mercati, parte da un gradino più basso dalla pur modesta altezza a cui era giunto il precedente. Alcune delle cose in maturazione vengono buttate via e saranno da rifare. L'illusione di avere la bacchetta magica temo si schianterà molto presto contro il muro di gomma rappresentato da un intreccio inestricabile di interessi e posizioni di privilegio, groviglio che è impensabile districare: si può solo tagliare come il mitico nodo. Ne avrà il coraggio l'affabulatore fiorentino? Spero di sbagliarmi, ma ne dubito. Purtroppo per l'Italia.

lunedì 10 febbraio 2014

Portiamoli a casa

Dopo aver inanellato un'intera serie di brutte figure e subito intimidazioni da parte di un Paese che sembra la brutta copia del nostro quanto a funzionamento della macchina della giustizia, stiamo timidamente chiamando in aiuto UE ed ONU, per evitare che due nostri soldati siano incriminati per pirateria, per aver svolto il loro lavoro istituzionale e sotto l'egida di un mandato internazionale. Anche al più sprovveduto appare chiaro che in India si stia giocando da due anni una partita che non ha nulla a che fare con l'operato dei nostri uomini. Che stiamo ancora aspettando ad andarceli a prendere?

lunedì 3 febbraio 2014

L'ennesimo spreco M5S

Se ancora esisteva la speranza che un movimento nato per scherzo potesse davvero cambiare la politica in Italia, l'ultima trovata di Grillo l'ha definitivamente cancellata. E' vero che di imbecilli se ne trova ovunque, ma già anche solo rispondere al quesito posto denota che davvero al peggio non vi è limite. Come mi sarebbe piaciuto che nessuno ci facesse caso..e Grillo si accorgesse una buona volta che il movimento che ha messo in piedi comincia a camminare con le sue gambe. A meno che le risposte non siano pilotate dai soliti responsabili della comunicazione. In ogni caso i voti del 20% degli Italiani sono in naftalina fino alla prossima tornata, con il rischio che molti delusi tornino a rimpolpare la fila di partiti che solo qualche mese fa sembravano in veloce decomposizione. Povero Paese nostro, sotto l'acqua, la neve e la disgrazia di simili "cittadini".

martedì 14 gennaio 2014

La sentenza (non) salomonica della Corte

Dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale in merito all'attuale legge elettorale, si rimescolano di nuovo carte che sembravano destinate a produrre un qualche sia pur minimo risultato nell'immediato.
Il governo non teme più una fine prematura, perché in effetti la Corte conferma la legittimità ad operare delle attuali istituzioni parlamentari, anche se nate da una legge elettorale non congrua. Sarebbe forse il caso di interpretare la sentenza come un invito ad occuparsi dell'assetto complessivo dell'apparato statale, di cui la legge elettorale è solo un aspetto secondario, rispetto alle funzioni vere o presunte degli organi istituzionali attuali (le due componenti parlamentari, la presidenza della Repubblica, il Governo). Purtroppo, mi viene lo sconforto pensare a chi sono quelli attualmente legittimati a farlo, dopo che hanno dimostrato la propria inconcludenza per decenni. Né ho più fiducia nel sindaco dalla parola facile, fino a che non lo veda concretizzare (Firenze non è certo un Eden). All'opposizione, Grillo caparbiamente (stupidamente, a questo punto) impedisce ai suoi parlamentari di contare e determinare un esito, magari non perfetto, ma comunque auspicabile sulle molte questioni aperte. Temo ci si debba affidare al senso dello Stato di un vecchio un po' rimbambito, che ne ha combinate più di Bertoldo, e di una altro vecchio, che sta sul colle e si chiede ogni giorno se ha preso la decisione giusta, quando ha accettato di continuare il mestiere ingrato di Presidente di un grande Paese, nonostante i suoi abitanti.