mercoledì 28 maggio 2014

M5S+ LegaNord: alleati "contro", non "per"

Il risultato shock di M5S ha fatto tornare Grillo con i piedi per terra. Molti dei suoi lo temevano, almeno quelli che non hanno mai accettato di portare il cervello all'ammasso ed hanno avuto il coraggio di non credere nella strategia fallimentare di Grillo/Casaleggio. Ora che si fa? Molti simpatizzanti della prima ora si sono resi conto di aver dato al M5S un potere che è stato dissipato in gran parte dal rifiuto di utilizzarlo in modo ragionevole in Parlamento, per continuare nelle piazzate, che hanno avuto l'unico effetto di alienare quanti condividevano molti dei punti sollevati dal movimento.
Il fallimento è a mio avviso più conseguenza del demerito di Grillo, che del merito di Renzi, che pure non ha sbagliato un'uscita. Quando si proclama che in caso di vittoria si aprono le corti di giustizia del popolo, per processare politici, giornalisti ed imprenditori, è del tutto ovvio che molti, almeno quelli che conoscono la storia, si allontanano. Anche quelli che trovano insopportabilmente corrotti i politici, succubi al potere i giornalisti ed incapaci gli imprenditori. Perché quando i processi sommari iniziano, non si sa dove vanno a parare.
Ora assistiamo al primo tentativo di dialogo, per arginare l'emorragia di voti, compiuto in modo maldestro verso un potenziale avversario, la Lega Nord, che pesca nella stesso malcontento che ha alimentato il successo del M5S alle politiche del 2012. Un ennesimo errore tattico, che dimostra come fare politica sia un poco più complicato che mettere su uno spettacolo di satira in piazza.

mercoledì 21 maggio 2014

Più Europa, meno burocrati

Sembra facile dirlo, ma stiamo appunto mandando al Parlamento europeo i nostri rappresentanti: se vogliamo che la loro azione sia efficace, per prima cosa è necessario andare a votare, poi è necessario votare per un cambiamento radicale della politica europea, che ha preteso di mettere insieme le regole prima di mettere insieme i popoli. L'Europa non sarà mai una sola, fino a quando sarà matrigna per così tanti, spietata con i deboli e condiscendente con i forti (o presunti tali, leggi Francia).
L'Italia, con il solito complesso di autolesionismo che ci contraddistingue quando siamo all'estero, non ha saputo negli ultimi anni far valere il proprio peso e le proprie idee in una serie di occasioni, che si sono rivelate estremamente dannose per noi e per la politica mondiale. La crisi dei regimi arabi si è trasformata, per la miopia e l'ingordigia di alcuni Paese europei, da occasione di democrazia ad incubo di fondamentalismo islamico, con conseguenze drammatiche per le popolazioni coinvolte, ma gravi danni anche per l'Europa, in particolare quella meridionale. La crisi in Ucraina ha il dirompente potenziale di spingere la Russia ad abbandonare l'idea di una convivenza reciprocamente vantaggiosa con l'Europa, per rivolgersi ad Est, accentuando la marginalizzazione economica e politica del vecchio continente.
Il semestre italiano di presidenza dell'Unione può diventare una delle poche occasioni che abbiamo per tentare un'inversione di tendenza: per questo le votazioni europee sono importanti, non certo per le inesistenti implicazioni per il governo nazionale, che durerà per quanto saprà fare e finirà prematuramente solo se si farà impastoiare ancora una volta dallo status quo.