sabato 25 febbraio 2012

Non tutti sono d'accordo

Nonostante alcune scomposte voci di dissenso, sembra che il governo tecnico Monti raccolga il consenso unanime della maggior parte delle forze politiche nazionali. Lo stesso PM va affermando ad ogni occasione che la gente è altrettando d'accordo con i provvedimenti duri che il suo esecutivo è costretto a prendere. Non so se da parte sua si tratta di un desiderio inconscio o se basi questa affermazione su sondaggi seri. A mio parere, sono ben pochi in Italia coloro che sono convinti da un lato che i provvedimenti presi ed in cantiere siano sufficienti per trasformare il Paese e dargli una speranza nel futuro, dall'altro reputano i sacrifici già introdotti o annunciati equamente distribuiti su tutti i contribuenti. Le riforme costituzionali e quella elettorale sono passaggi irrinunciabili, senza cui il rischio di un ritorno della vecchia politica è praticamente assicurato. Ci vuole poco poi a dimostrare che, specie per il secondo aspetto, l'ingiustizia del prelievo è evidente anche ad un'analisi superficiale, in quanto ancora una volta pagano subito i soliti noti e corretti, mentre si va ripetendo il ritornello che ci sarà in futuro una stretta nei confronti degli evasori. Che dire poi di coloro che si vedono di colpo allungare la vita lavorativa di oltre 4 anni?
Forse il dissenso non si è ancora manifestato sui media, e questo viene letto come approvazione: non è così. La gente che ha sempre pagato il giusto non è per natura propensa al presenzialismo mediatico né alle manifestazioni di piazza. Finora, tutti noi che apparteniamo a questa maggioranza silenziosa, siamo rimasti increduli di fronte al massacro, ma temo che la misura sia quasi colma. E quando romperemo il silenzio, sarà per farci sentire forte e chiaro.

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