giovedì 12 gennaio 2012

(Ri)scoprire la propria essenza di umanità

Mi pare evidente, al di là di una prova scientifica certa, che l'uomo è potuto sopravvivere, in un ambiente ostile e con dotazioni fisiche mediocri, anche e soprattutto grazie alla collaborazione tra individui, che ha consentito la formazione di legami sociali stabili, tra cui la famiglia, oltre alla nascita di un codice morale di comportamento nei confronti del prossimo, codificato successivamente anche da molte istituzioni religiose e civili.
Ai nostri giorni, siamo forse giunti ad una fase di sviluppo (inviluppo) in cui la necessità di collaborare viene avverita sempre meno e l'idea di pensare solo al proprio individuale benessere può risultare alettante per molti. Alcuni risultati disastrosi di questo modo di pensare ed agire sono già evidenti, nel numero sempre maggiore di matrimoni che si spezzano, nell'indifferenza verso la res publica, nel cinismo con cui gli operatori economici cercano il massimo profitto, indifferenti alla sorte di tanta gente.
Senza scomodare principi religiosi e verità rivelate, questo trend deve necessariamente essere invertito se vogliamo conservare la possibilità di continuazione della specie. E' del tutto evidente che l'egoismo individuale sta portando l'umanità all'utilizzo abnorme delle risorse di un sistema sostanzialmente finito, con la concreta possibilità di esaurirle in tempi rapidi e di impiegarle comunque in maniera sbilanciata a favore di pochi, con ovvi conflitti per far parte di quella minoranza privilegiata.
Ecco perché dunque solidarietà ed impegno civile devono evolvere da optional per individui sensibili e lungimiranti a necessità impellente di tutti. Una rivoluzione che non parte da ideologie, ma da una semplice constatazione di buon senso, che dovrebbe cancellarle definitivamente. Questo, se il buon senso prevarrà...

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