venerdì 27 gennaio 2012

Un disastro annunciato?

La vicenda della Costa Concordia, nella sua drammaticità, rappresenta un esempio perfetto dell'abitudine nazionale di "chiudere la stalla quando i buoi sono scappati". Dopo due settimane di polemiche e sentenze giornalistiche, mi sembra il caso di osservare sommessamente che la responsabilità del capitano, pur vergognosamente colpevole di leggerezza e vigliaccheria, non è l'unica, né, a me sembra, preponderante.
I declamati eroi delle capitanerie dov'erano mentre una nave da 100000 tonnellate con oltre 4000 persone a bordo si dirigeva alla velocità di crociera contro la costa? Dov'erano gli ufficiali sottoposti di Schettino, che non hanno avuto il coraggio e la freddezza di sollevarlo dal comando, prassi necessaria di fronte ad un comportamento pericoloso per la nave ed i passeggeri, neppure dopo che l'impatto è avvenuto, ma gli hanno consentito di aggravare la situazione, non diffondendo precocemente l'allarme?
Dov'era la compagnia armatrice, a cui hanno sempre fatto comodo le estemporanee manovre azzardate delle sue navi, perché portano pubblicità e clienti?
Penso che il capitano non fosse del tutto nel possesso delle sue facoltà mentali, ma dubito che gli altri citati possano chiamarsi fuori.
Sarebbe una conferma della vigliaccheria, che da qualche opinionista straniero viene citata come tipicamente Italiana, lasciare che lui paghi per tutti, senza un esame di coscienza collettivo delle altre responsabilità. Santi non lo siamo ormai da parecchio, navigatori ed eroi rischiamo di smettere di esserlo, se non dimostriamo di saperci prendere le nostre responsabilità e soprattutto se non ci diamo regole semplici e serie da rispettare senza deroghe.

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