sabato 26 maggio 2012

Evoluzione Italiana

Il termine evoluzione è voluto: la situazione nazionale sta evolvendo, perché da noi le rivoluzioni sono spesso solo velleitarie e siamo un po' tutti gattopardeschi. L'inerzia dell'interesse privato contrasta sempre i cambiamenti radicali, rendendoli lenti e fornendo l'occasione per diluire l'efficacia degli interventi, con la consistente e dannosa applicazione di eccezzioni e deroghe. Con questa premessa, molti possono pensare che il Paese abbia bisogno di un governo forte, di tipo presidenziale, o aziendale, dove l'AD decide e si fa quel che è necessario per raggiungere l'obiettivo.
L'idea di Berlusconi è proprio questa, dopo che si è scontrato per anni con un sistema parlamentare fatto apposta per esasperare un decisionista ed una PA capace di rendere inefficaci anche le misure più incisive, per la propria salvaguardia. Purtroppo, l'alternativa a questa proposta, per certi versi scontata, non esiste se non nel velleitarismo populista e pasticcione del movimento di Grillo, dove lo slogan sostituisce l'analisi e vengono spacciati per verità scientifiche solo i desiderata delle varie componenti il movimento. Da parte della sinistra, si continua ad attendere una proposta organica alternativa, mentre persino le misure minime da prendere in questa fase parlamentare atipica subiscono ritardi. Il dimezzamento del numero dei parlamentari, che sembrava indispensabile fino a poche settimane fa, ora si tradurrà in una modesta riduzione di numero, con un'ancor più modesta riduzione dei costi: non si rendono conto questi signori che portano acqua al mulino del populismo e dell'anarchia?
Quo usque tandem abutere patientia nostra?

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