lunedì 25 febbraio 2013

Chiunque vinca, il Problema resta

Scrivo questo post mentre i risultati delle elezioni sono tutt'altro che consolidati, un poco per evitare lo stillicidio fastidioso delle cifre e dei commenti, spesso arbitrari, perché smentiti nel giro di minuti, di qualche esponente di secondo piano dell'una e dell'altra parte. Lo scrivo ben sapendo che nessuno dei contendenti ha ancora compreso che il Problema dell'Italia è trovare una strada nuova verso un futuro sostenibile a lungo termine, perché la sua fase industriale espansiva è definitivamente tramontata e non può in alcun modo tornare: mentono coloro che insistono che sia possibile.
Sarebbe saggio concentrare le nostre (ancora) ingenti risorse umane e finanziarie a preparare un modello nuovo di società post-industriale, dove il solo consumo di commodities è di pura sostituzione, mentre i bisogni primari di cibo, energia, abitazione e mobilità sono soddisfatti con economia legata al territorio, basata su RES (Renewable Energy Sources, Fonti Energetiche Rinnovabili). Il nostro Paese si trova nelle condizioni ideali per poterlo fare, anche se si tratta di una vera rivoluzione culturale ed economica, senza scomodare economisti, professori, banchieri e filosofi.
Dobbiamo essere noi cittadini, in mancanza di visione strategica da parte di chi ci rappresenta e rappresenterà, a pensare al futuro dei nostri figli e nipoti, facendo ognuno le scelte coerenti con l'obiettivo di una società in equilibrio con l'ambiente, costituita da piccoli nuclei abitativi, autosufficienti per cibo ed energia, capaci di esportare lavoro intellettuale e di scambiare merci e servizi a breve raggio.

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