domenica 17 marzo 2013

Toh, i 5S hanno una loro testa...

Chi si chiedeva cosa sarebbe successo agli eletti in Parlamento per il M5S, ha avuto un'eloquente risposta ieri, con l'elezione di Grasso, anche con i voti di alcuni di loro. Io me ne rallegro, perché è coerente con quanto hanno affermato in campagna elettorale, cioè che avrebbero votato secondo coscienza sui singoli provvedimenti. Forse a qualcuno, Grillo in primis, non sarà piaciuto, ma temo che ci sia poco da fare, persino per lui. Non è con le minaccie di espulsione che si convince, anzi. Il suo atteggiamento dittatoriale potrebbe innescare la prima frattura nel movimento, con una parte consistente di sostenitori che si schierano apertamente per un coinvolgimento diretto nella vita politica, contro i veti, spesso ridicoli, del capo e del suo guru.
Se questo sia anche un buon auspicio per le chance di Bersani di formare un governo, sarei invece più cauto. Temo che l'unica opzione a lui ancora aperta sia di presentarsi in Parlamento con un programma perfettamente definito, di pochi punti essenziali e chiedere sui provvedimenti già pronti la fiducia fino alla loro conversione in legge. La riforma della legge elettorale è uno di questi provvedimenti urgenti. Un secondo, irrinunciabile, è la riforma radicale della rappresentanza parlamentare e dei costi della connessa politica. A mio avviso poi, ma qui diventa più complesso, è necessario un completo ripensamento della politica economica, fiscale e sociale, con il riequilibrio delle risorse disponibili ed il rilancio dell'economia su obiettivi strategici, completamente ignorati finora. La sostenibilità a lungo termine del livello di benessere raggiunto non si può certo attuare giocando a difendere i posti di lavoro a tutti i costi, bensì immaginando nuove attività e settori da sviluppare, in sostanza un nuovo modello di società post-industriale, che sia in grado di proiettarsi in modo sostenibile nei prossimi decenni, non mesi.

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