mercoledì 27 marzo 2013

Che aspettate?

I primi giorni di legislatura, con la novità dei Parlamentari M5S ad animare l'asfittica e deprimente classe politica nazionale, hanno purtroppo generato in molti delle false speranze di cambiamento. L'ennesimo no di stamane al tentativo, per molti versi velleitario, ma lodevole, di Bersani di formare un governo di scopo, che serva a prendere alcune decisioni non più rinviabili, pena il definitivo tracollo del Paese, mi sembra un brutto segno. Seguendo l'esempio del loro leader, gli eletti del movimento non si vogliono impegnare, se non a far le pulci agli altri, arrogandosi, non si sa bene per quale investitura, il diritto di controllare l'altrui operato, ma rifiutandosi di fare in prima persona. Appare quindi chiaro che lo scopo è di arrivare a nuove elezioni senza macchia, per conquistare possibilmente la maggioranza relativa dei consensi. Un calcolo errato per almeno due ragioni. La prima è che gli Italiani non sono stupidi, anche se vengono dipinti come tali e probabilmente punirebbero nelle urne, non premierebbero, un movimento politico che si limita alle chiacchiere e non ha il coraggio di agire, anche a rischio di sbagliare, come succede a tutti.
La seconda è che questo comportamento è cinico e di parte, non tenendo conto delle disastrose condizioni in cui versa il Paese, in totale spregio del programma sbandierato in campagna elettorale. Come potranno alla prossima tornata pensare di essere credibili con lo stesso programma, quando non hanno neppure provato ad iniziarlo in questa legislatura? Forse nel loro movimento quello che manca è proprio il principio su cui si basa la convivenza civile: la tolleranza verso le opinioni altrui e la faticosa formazione del consenso attraverso la democrazia, un sistema imperfetto, ma l'unico che ci pone al riparo dall'assolutismo dei proclami, vuoi quelli dal balcone di palazzo Venezia, vuoi quelli dal blog di Beppe Grillo.

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