mercoledì 3 aprile 2013

Energie pulite sporcate dalla mafia

Le notizie di stampa, circa il coinvolgimento di prestanome della mafia nei lucrosi affari dei parchi eolici e fotovoltaici nel sud Italia, non mi stupiscono affatto. L'avevo immaginato anni fa, di fronte alla proliferazione, senza una vera motivazione tecnica, delle installazioni eoliche e valutando l'eccessiva redditività dei parchi fotovoltaici speculativi, il cui profitto, con i livelli di incentivo dei primi conti energia, è assai elevato, oltre che un'ottima occasione di investimento per i proventi illeciti. Stiamo di fatto in parte finanziando con le nostre bollette energetiche alcuni mafiosi, che si stanno riciclando in affari solo apparentemente leciti.
Si poteva immaginare? Certamente. Si poteva impedire? Certamente. Perché non è stato fatto? Bella domanda. Ritengo che i primi conti energia fossero nelle intenzioni un'ottima scelta per incentivare il passaggio rapido alle energie pulite, ma, come spesso accade nel nostro Paese, non si è voluto evitare che qualche furbo ne approfittasse, non solo i mafiosi conclamati e noti, ma anche molti stimati imprenditori, che ci hanno visto un'occasione di business e, disponendo di capitali adeguati, si sono garantiti una loro ottima remunerazione per vent'anni. A meno che non si decida che gli incentivi per impianti speculativi, oltre un limite  di potenza installata ritenuto congruo, siano eccessivi. Qualcuno potrebbe obiettare che comunque l'effetto positivo degli incentivi c'è stato ed ora il fotovoltaico può quasi camminare sulle proprie gambe, ma ciò non toglie che facciano tristezza tanti buoni campi coperti dai pannelli, mentre potrebbero essere coperti da serre in cui produrre energia e cibo. Un'altra occasione sprecata per miopia o connivenza.

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