giovedì 26 settembre 2013

Quo usque tandem

Pur comprendendo l'amarezza personale di Berlusconi, che si vede franare sotto i piedi tutti i traguardi raggiunti con mezzi non sempre limpidi, non capisco i parlamentari del PDL, che minacciano dimissioni in massa, se verrà confermata in Parlamento la decadenza del leader, cosa che in un Paese normale sarebbe automatica, al momento della condanna definitiva. In Italia tuttavia nulla è molto normale, tanto meno la giustizia, che, interpretata con pregiudiziali politiche, dà adito a chi se lo può permettere, di non sottostare al suo giudizio, ma anzi rilanciare, aprendo una crisi istituzionale dopo l'altra. Fino a quando dunque, o nostrani Catilina, abuserete della nostra pazienza? Volete davvero che la gente scenda in piazza e vi spazzi via dalla scena, come se l'Italia fosse una dittatura mediorientale? Mentre l'economia rimane stagnante e le buone idee per uscire dalla crisi restano chiuse nei cassetti, per mancanza di risorse, ci si indigna perché le nostre aziende vengono comprate da capitali stranieri, senza chiedersi perché non siamo capaci di tenercele. Fare intrapresa oggi in Italia è puro masochismo, ma per scelta o per mancanza di alternative, molti sono ancora disposti a farlo, se politica e banche gli ne danno l'opportunità. L'alternativa è il caos e la legge della giungla.

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