sabato 19 novembre 2011

L'Europa che non c'è

Confesso che ho sempre provato una sorta di antipatia di pelle nei confronti dei Francesi, in gran parte a causa della loro ostentata superiorità, non giustificata dai fatti. Me ne vergogno, ma tant'è, mi sento più affine allo spirito nordico, alla solidità  e concretezza di Tedeschi e Scandinavi. Ultimamente ho purtroppo visto al lavoro una conferma ed una delusione. La conferma da parte del presidente francese della capacità di mostrare, molto meglio di quanto non sia in realtà, l'economia, la decisione nell'intervento, l'incisività dell'azione in campo internazionale. Ha approfittato della comprensibile ritrosia del cancelliere tedesco a scontentare il suo elettorato, convincendola a procrastinare la soluzione una volta per tutte del problema di un'Europa unita solo nelle intenzioni, mentre nei fatti ogni Paese pensa al proprio ristretto e miope interesse, con il varo deciso di una moneta europea, governata da una Banca in grado di sostenerla. Mesi e mesi di tentennamenti per la soluzione della crisi finanziaria di un paese, la Grecia, che rappresenta il 2% dell'economia europea, hanno mostrato al mondo che non siamo ancora un'unione vera, dove il problema di uno è il problema di tutti, dove ci sono inevitabilmente primi ed ultimi, ma tutti viaggiano insieme. L'assenza di un grande Paese come l'Italia a fornire un diverso punto di vista ha contribuito a peggiorare il risultato. La speculazione internazionale ha fatto il resto, avendo l'occasione di attaccare i paesi europei uno alla volta. Il presidente e la cancelliera si sono illusi per mesi di essere al di sopra del rischio, l'uno con presunzione eccessiva, l'altra con un calcolo tattico e semplicistico. Spero che i fatti di questi ultimi giorni servano ad entrambi per riflettere, se non è già troppo tardi. La loro miopia politica è costata parecchio e potrebbe ancora costare un prezzo insostenibile alla decrepita economia europea, se non si imboccherà con decisione la strada di un Bond europeo, suggerita oltre un anno fa da Tremonti e sempre snobbata.  Il presidente ha confermato di essere ottimo epigone della presunzione gallica, la cancelliera ha deluso per miopia ed ingenuità. L'idea di un Europa di nuovo faro di civiltà e portatrice di un modello di sviluppo per il futuro resta una pia illusione, a meno di improbabili miracoli.

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