domenica 27 novembre 2011

Per coloro che credono ai miracoli...

Molti Italiani in buona fede sperano che il nuovo governo, libero da condizionamenti politici e dal gravoso fardello di una serie di errori del passato, possa in poco tempo ristabilire quella fiducia dei mercati che appare come il più grande pericolo per la nostra economia. Mi sembra una speranza destinata ad essere disillusa: non esistono strade facili per uscire dalla situazione in cui, non solo per responsabilità di Berlusconi, ci troviamo. Per decenni abbiamo spazzato sotto il tappeto una serie di problemi strutturali, illudendoci che fuori dalla vista essi sparissero anche nella sostanza. Il vezzo di spendere a livello pubblico più di quanto si incassa, inaugurato decenni fa, è diventato talmente frequente da essere percepito come normale, propagandosi ai livelli amministrativi periferici, con esempi eclatanti in alcune regioni del Sud. La stessa cattiva abitudine si è diffusa persino a livello delle famiglie e sta trasformando lentamente il popolo più risparmiatore del mondo in una società dedita al consumo compulsivo a credito di beni e servizi spazzatura. Le nuove famiglie, persino le poche che si creano in modo formale, non hanno i mezzi economici per dotarsi di un'abitazione, ma non manca certo a nessuno dei componenti l'intera gamma dei gadget alla moda, oltre a buone frequentazioni ed happy hours quotidiani. Sobrietà è una qualità che viene considerata difetto non solo dalla maggior parte dei media, il che sembra ovvio, dal momento che essi vendono un qualche tipo di prodotto, ma spesso anche da molti maitre a penser ed economisti alla moda, che da anni vanno concionando di sviluppo infinito e di benessere personale perseguito ad ogni costo. La percezione che tutti possiamo avere la qualità di vita dei ricchi, sottilmente propagata attraverso i messaggi pubblicitari,  non significa che automaticamente ciascuno di noi ottiene i mezzi per farlo in pratica. Chi non ha abbastanza senso critico, ci crede e spende in beni superflui gran  parte del suo reddito, per ritrovarsi a terra alla prima difficoltà. Vivere modestamente non è più di moda, nemmeno per necessità. Così si assiste all'aumento esplosivo del gioco d'azzardo e delle lotterie, illusioni su cui lucra anche lo Stato, per cambiare con un colpo di fortuna la mediocrità in successo. Una favola che per quasi tutti è infinita illusione. Che fare allora? L'Italia è destinata a scivolare nel terzo mondo? Non ci rendiamo conto di quanto meglio siamo messi rispetto a situazioni economiche veramente disagiate, anche per il continuo sensazionalismo dei media, che danno voce all'eccessivo, al tragico, al sogno, ma mai al buon senso, alla normalità di una vita operosa, alla solidarietà quotidiana di milioni di persone: troppo banale, troppo scontato. Mi piacerebbe qualche volta invece sentire una proposta originale per imboccare una strada nuova, un nuovo modo di porsi nei confronti dei valori della vita e del ruolo che l'uomo deve assumere nel contesto più grande dell'ecosistema, senza inutili forzature ideologiche, con approccio ad un tempo pragmatico e scientifico, con la "prudenza del buon padre di famiglia", formula il cui significato si è perso sulla strada del consumo felice e facile ad ogni costo.
Dovremmo farlo spontaneamente e per tempo, prima che siano le circostanze a costrigerci con l'acqua alla gola. Questo sì, farebbe sensazione, ma richiederebbe comunque tempo e duro lavoro da parte di tutti, non l'intervento del solito colpo di fortuna che salva l'Italia in extremis.

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