venerdì 2 agosto 2013

E ora?

La conferma della legittimità della condanna di Berlusconi per frode fiscale apre uno scenario di ulteriore rischio per il Paese, che non ne avrebbe certo bisogno. Tutti si affannano a dire che bisogna tenere separate le vicende personali del leader PDL da quelle del partito e del governo che sostiene. Facile a dirsi, ma molti degli alleati PD non vorrebbero avere niente a che fare con coloro che considerano servi di Berlusconi e dei suoi interessi. Purtroppo, costoro non hanno mai capito che dietro l'inspiegabile (per loro) successo del Cavaliere non c'è stato solo il tornaconto personale. Milioni di persone hanno visto nel modello decisionista e propositivo di Berlusconi l'unica possibilità di far uscire l'Italia dalle paludi della burocrazia e del diritto negato, dalle pastoie che ad ogni passo il comune cittadino e l'imprenditore si trova a dover sciogliere, per sopravvivere. Gli si è imputato ed è stato condannato per un reato per il quale quasi l'intera classe imprenditoriale di questo Paese potrebbe e dovrebbe subire la stessa sorte. Ipocrisia dunque nel ritenere Berlusconi ed il suo gruppo il Male assoluto, ipocrisia nel ritenersi onesti da parte dei tanti imprenditori che hanno invece visto nel PD il treno da prendere per farsi gli affari loro. A giudicare dai risultati, la loro è stata una scelta più oculata, fatta con il cervello, ma non ci si venga a raccontare che è morto con Berlusconi condannato il malcostume e lo sfruttamento delle pieghe di una legislazione fatta apposta per i malfattori ed i loro legulei.
Il rischio più grande che ora corre il nostro Paese è che si ritenga compiuta la missione di moralizzazione della politica, lasciando che tutto resti come e peggio di prima.

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