mercoledì 28 maggio 2014

M5S+ LegaNord: alleati "contro", non "per"

Il risultato shock di M5S ha fatto tornare Grillo con i piedi per terra. Molti dei suoi lo temevano, almeno quelli che non hanno mai accettato di portare il cervello all'ammasso ed hanno avuto il coraggio di non credere nella strategia fallimentare di Grillo/Casaleggio. Ora che si fa? Molti simpatizzanti della prima ora si sono resi conto di aver dato al M5S un potere che è stato dissipato in gran parte dal rifiuto di utilizzarlo in modo ragionevole in Parlamento, per continuare nelle piazzate, che hanno avuto l'unico effetto di alienare quanti condividevano molti dei punti sollevati dal movimento.
Il fallimento è a mio avviso più conseguenza del demerito di Grillo, che del merito di Renzi, che pure non ha sbagliato un'uscita. Quando si proclama che in caso di vittoria si aprono le corti di giustizia del popolo, per processare politici, giornalisti ed imprenditori, è del tutto ovvio che molti, almeno quelli che conoscono la storia, si allontanano. Anche quelli che trovano insopportabilmente corrotti i politici, succubi al potere i giornalisti ed incapaci gli imprenditori. Perché quando i processi sommari iniziano, non si sa dove vanno a parare.
Ora assistiamo al primo tentativo di dialogo, per arginare l'emorragia di voti, compiuto in modo maldestro verso un potenziale avversario, la Lega Nord, che pesca nella stesso malcontento che ha alimentato il successo del M5S alle politiche del 2012. Un ennesimo errore tattico, che dimostra come fare politica sia un poco più complicato che mettere su uno spettacolo di satira in piazza.

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