venerdì 16 dicembre 2011

Valutazione dell'uomo della strada

Dopo alcune settimane di continua propaganda da parte dei principali media sull'inelluttabilità di un'ennesima manovra di sacrifici, questa volta distribuiti in modo equo e proporzionale all'effettiva capacità contributiva di ciascuno, abbiamo assistito con sgomento all'enunciazione di un elenco di misure punitive a carico dei soliti che hanno sempre pagato, senza alcun riguardo per l'equità e la decenza. Il pacchetto di misure non fa menzione alcuna dei promessi strumenti di rilancio dell'economia, fatta salva una timida riduzione del costo del lavoro a vantaggio delle aziende, né vi sono enunciate le promesse riforme strutturali, senza le quali anche questo ennesimo salasso sarà del tutto inutile.
La macchina dello Stato è diventata così omnicomprensiva da autoalimentarsi e proteggersi contro tentativi di ridimensionamento, a partire dal sistema legislativo eletto, che non ha saputo esprimere negli ultimi vent'anni un ruolo commisurato ai costi per il Paese. L'impressione è anzi che l'elezione in Parlamento sia per la maggioranza dei parlamentari una sorta di premio dovuto, per riconoscenza, per i servigi prestati: gli eletti si sentono pertanto "giustamente" autorizzati all'inattività ed alla protezione dei propri privilegi.
Le misure originali sono state poi diluite in commissione, alcune in modo positivo, a favore di lavoratori e pensionati, altre a favore dei privilegi che intendevano abolire. Non è un bel segno, che anche i mercati hanno sottolineato con il nuovo aumento dello spread tra i titoli Italiani e quelli Tedeschi.
Mi pare evidente che l'effetto novità della squadra tecnica di Monti sia finito e la dura realtà è che le modifiche strutturali in questo Paese sono difficili da realizzare, persino in un momento tanto grave.
L'uomo qualunque capisce che l'economia mondiale è sbilanciata a favore di attività finanziarie, che nulla hanno a che fare con la produzione di beni e servizi reali, verso le quali negli scorsi anni si sono orientati istituti di credito ed organi istituzionali, con il risultato di aver scoperto che ora servono risorse reali per ripagare debiti virtuali contratti quando sembrava convenisse.
In effetti, mi è sempre sembrato strano che il primo principio della termodinamica non si applichi  anche all'economia. Dal nulla non nasce ricchezza, se non sottraendola a chi la detiene. L'Italia è nel mirino della speculazione, perché ci si è messa contraendo un debito pubblico enorme,  per ripagare il quale ogni anno spende qualche decina di miliardi di €. La ricchezza nelle mani degli Italiani per contro è circa 5 volte il debito pubblico, ed è questo il bottino cui mira la speculazione. Ci hanno raccontato che dobbiamo essere virtuosi, che dobbiamo contribuire, rinunciando ad una parte dei nostri risparmi, frutto in tanti casi di decenni di sacrifici ed ampiamente tassati all'origine, per coprire la voragine dell'inefficienza statale. Saremmo anche disposti a farlo, benché a malincuore, se fosse evidente che si tratta di un processo serio di risanamento, dopo il quale la macchina dello Stato sarà amministrata finalmente in modo efficiente, garantendo servizi essenziali senza che il carico fiscale sia insostenibile. Niente di tutto questo sembra essere in arrivo, mentre appare sempre più chiaro che abbiamo messo la volpe a guardia del pollaio, come al solito. Appare evidente che stiamo sacrificando i nostri risparmi all'ingordigia della speculazione internazionale ed all'insipienza di burocrati europei, lautamente pagati con i nostri soldi. L'uomo della strada dice basta, se non vede prima dei veri cambiamenti, se non vede snellita da subito la macchina dello Stato, se non vede funzionare la giustizia, se non vede il patrimonio immobiliare dello Stato utilizzato per gli scopi necessari, mentre le carceri scoppiano ed i giovani pagano prezzi da usura in nero per una parte di stanza nelle città sedi universitarie.
Al governo Monti porgo sommessamente un consiglio: occupatevi prima di questo, poi chiedete e vi sarà dato, perché l'Italiano avrà tanti difetti, ma anche la qualità della generosità e della solidarietà.

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