mercoledì 17 agosto 2011

Un caldo che dà alla testa...

Alcune delle decisioni prese in questi giorni in campo economico e molti dei commenti ad esse riflettono a mio parere una confusione totale (forse indotta dall'ondata di caldo estivo) tra causa ed effetto. Si dice che il debito pubblico Italiano sia enorme, rispetto al PIL e che quindi esso vada ridotto, innanzitutto con l'obbligo di gestione in pareggio, mentre dall'altro lato si invita il cittadino a tornare a consumare, a spendere di più per far ripartire l'economia. Due concetti in palese contraddizione, se è vero che per ridurre le spese di gestione è necessario risparmiare, non spendere di più. Da qualcun altro viene puntualizzato che oltre il 70% del debito pubblico nazionale è nelle mani dei risparmiatori Italiani, come se questo fosse una consolazione o rendesse tale debito meno esigibile. La manovra va a colpire in prima battuta coloro che per correttezza o per mancanza di scelta pagano il dovuto al fisco, coloro che rappresentano i quadri ed i dirigenti delle nostre aziende. Nulla di più si fa per stanare i molti che ancora sottraggono la maggior parte dei propri redditi al fisco e vivono alle spalle di ciascuno di noi, spesso ostentando la propria furbizia. Sarebbe serio se prima di chiedere sacrifici ai soliti, si stroncasse alla fonte il malcostume di  evadere: basterebbe tassare i consumi , non i redditi, veri o presunti, a vantaggio di chi vive con poco. L'economia non ha bisogno di spreconi, la qualità della vita neppure.  

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